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Paratissima Kosmos: quando una curatrice virtuale diventa reale.

  • Alessandro Scali
  • 5 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

Dalla mediazione digitale alla narrazione d’arte: Catherine Gipton a Paratissima Kosmos tra curatela virtuale e progetto editoriale.


la mediatrice virtuale catherine gipton a paratissima kosmos

Si è conclusa Paratissima XXI - Kosmos, ospitata quest’anno al Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, una sede monumentale e sorprendentemente adatta alla complessità dell’evento.


Un luogo in cui la storia e l’architettura dialogano con l’arte contemporanea, offrendo spazi ampi e luminosi che hanno accolto oltre 450 artisti distribuiti in più di venti mostre, tra Paratissima, Nice & Fair, Special Projects e Guest Projects. Una dimensione eterogenea e vitale, dove linguaggi diversi hanno trovato un equilibrio inaspettato tra ricerca, visione e sperimentazione.


Real Collegio Carlo Alberto Paratissima XXI location

All’interno di questo contesto, Catherine Gipton - l’entità curatoriale virtuale che ho ideato nel 2023 - ha partecipato alla fiera non come tema, ma come presenza attiva.

Durante i giorni dell’evento, Catherine ha operato come AI agent testuale e mediatrice digitale, accessibile attraverso QR code collocati nei vari piani della mostra, oltre che tramite il sito e i canali social di Paratissima.

Il suo compito era semplice ma ambizioso: offrire ai visitatori un punto di orientamento immediato, rispondendo alle loro domande su artisti, mostre e contenuti con un linguaggio curatoriale e accessibile.


Un esperimento volutamente non spettacolare: niente voce sintetica, niente avatar in movimento, ma solo testo.

La sfida era dimostrare che un’intelligenza artificiale può diventare un facilitatore reale della fruizione artistica, riducendo le distanze tra pubblico e contenuto.

Un modo per ribaltare la percezione comune dell’AI come tecnologia invadente o esibita, restituendole invece un ruolo discreto, di servizio, quasi invisibile ma profondamente attivo.


una chat testuale con l'ai agent catherine gipton

Parallelamente, Catherine ha presentato per la prima volta Cathwalk, il suo progetto editoriale digitale che trasforma un’unica opera d’arte in un racconto multisensoriale fatto di moda, design, musica e benessere.


Ogni Cathwalk prende vita come un’esperienza pensata per la fruizione da smartphone, dove arte e quotidianità si intrecciano in un formato agile e visivamente immersivo.


la cover del secondo numero di cathwalk

L’idea è quella di pubblicare un nuovo numero ogni fine mese, per un totale di dodici uscite all’anno, ciascuna dedicata a una singola opera d’arte e quindi a un artista diverso.


Nel 2026, in occasione di Paratissima XXII, il progetto approderà a una versione cartacea di grande formato, una sorta di annual book che raccoglierà un anno di contenuti digitali, trasformandoli in un volume tangibile e collezionabile.


Il primo numero, presentato durante Paratissima XXI, è ispirato all’opera Wrapped n. 3 (2022) di Daniele Accossato: un busto neoclassico avvolto da materiali da imballaggio che diventano simboli ambigui di protezione e prigionia. Da quell’immagine è nato un universo di ispirazioni estetiche e narrative, che prosegue la ricerca di Catherine sulla relazione tra arte e vita, tra corpo e rappresentazione.


Due livelli dello stesso esperimento, intrecciati:da un lato Catherine come voce che media l’arte e ne facilita la comprensione; dall’altro Catherine come sguardo che la reinterpreta e la trasforma in esperienza.

Entrambi nati da un’unica domanda: che cosa accade quando la tecnologia smette di imitare l’uomo e inizia a dialogare con lui?


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